Preoccupazioni “razziste” di Israele

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Preoccupazioni “razziste” di Israele

Ziyad Hammouri, direttore e fondatore del Jerusalem Center for Social & Economic Rights, teme possibili ripercussioni dopo la decisione di Israele di ritirare la residenza ad alcuni abitanti di Gerusalemme, definendo questo provvedimento “pulizia etnica”. 

Secondo quanto riportato dai media israeliani il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta valutando l’opzione di ritirare la cittadinanza a più di 80 mila gerosolimitani che vivono entro il Muro di Separazione israeliano.

Tuttavia, secondo le statistiche palestinesi più di 120 mila palestinesi risiedono in queste zone, che sono ora geograficamente connesse alla Cisgiordania, e separati da Gerusalemme dai posti di blocco israeliani. I palestinesi residenti in quest’area pagano le tasse all’occupazione israeliana.

Preoccupazioni “razziste” di Israele

In un’intervista rilasciata al PIC, Hammouri ha dichiarato che Israele è preoccupata della situazione demografica nella Gerusalemme occupata e sta intensificando gli sforzi verso una completa ebraicizzazione della città, esiliando i palestinesi e portando al loro posto 300 mila coloni israeliani. Teme inoltre che i prossimi provvedimenti di Israele potrebbero comportare la demolizione delle case palestinesi e l’imposizione di pressioni economiche sui gerosolimitani, rendendogli la vita impossibile.

I provvedimenti di Israele hanno un impatto negativo anche sui palestinesi, i quali sarebbero completamente esclusi da Gerusalemme e anche la loro istruzione ne risentirebbe.

Perdite economiche

Secondo Hammouri, l’economia palestinese subirebbe gravi perdite, specialmente nel settore commerciale della Città Vecchia, a causa delle tasse elevate imposte sui proprietari dei negozi palestinesi, che potrebbero dover essere costretti a lavorare nelle strutture israeliane per sopravvivere.

Hammouri ha poi sottolineato che i ministeri israeliani hanno imposto dei budget speciali per Gerusalemme, in particolare per quanto riguarda i fondi dei progetti di colonizzazione. D’altro canto, il budget dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) per Gerusalemme è solo tra i 5 e gli 8 milioni di dollari.

Secondo Hammouri l’80% dei gerosolimitani vive sotto la soglia di povertà, e le condizioni economiche e sociali nella Città Vecchia peggiorano a causa della densità demografica.

Mancanza di strategie

Hammouri ha lamentato l’assenza di una strategia da parte dei palestinesi per poter affrontare le macchinazioni di Israele. Ha ribadito che l’OLP deve tagliare i budget di alcuni Ministeri per offrire aiuto finanziario ai gerosolimitani. Il 20% dei negozi palestinesi nella Città Vecchia è chiuso a causa delle gravi condizioni economiche che minacciano la vita di migliaia di palestinesi.

L’assedio imposto da Israele a Gerusalemme, secondo Hammouri, incoraggia inoltre i disordini sociali tra i palestinesi, a beneficio esclusivamente dell’occupazione israeliana.

Amministrazione civile 

Hammouri ha dichiarato che i piani di Israele mirano a rendere le zone entro il Muro di Separazione “amministrazioni civili”, il che significa metterle sotto autorità militare. Di conseguenza, l’OLP, piuttosto che al comune israeliano dovrebbe occuparsi della fornitura di servizi in queste zone.

Secondo Hammouri Gerusalemme è un punto cruciale per Israele, e che meno di 12.000 gerosolimitani hanno la nazionalità israeliana.

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