I SACRIFICI « A MOLOCH »

















Vogliono farci credere che, quello in corso tra Israele e la Palestina, sia un conflitto per motivi religiosi, tra ebrei e musulmani ?!?

E allora leggiamo cosa c’è scritto sulle “sacre scritture” tanto citate dai Sionisti, per legittimare il loro diritto alla occupazione, e al genocidio del popolo Palestinese residente, su quella che per Israele è la loro “Terra promessa” …
Ma promessa da chi ?? Dagli altri paesi colonialisti che non ne sono padroni ??
Chi ruba è un ladro, mentre chi cede ad altri cose rubate, è un ricettatore !!

E chi è a conoscenza del reato ma non lo denuncia è COMPLICE !!

Dopo Erode assistiamo oggi a una nuova “Strage degli innocenti”, con tanti bambini Palestinesi bombardati mentre sono nella loro casa, o in spiaggia come anche negli ospedali, strade e piazze, e persino all’interno di strutture ONU !!
Perchè questi “sacrifici umani” ??
In nome di quale “divinita’ da placare” ?!?

 

La Bibbia, nell’Antico Testamento (2 Re 23:10; Geremia 7:31), cita alcune volte un certo dio Moloch venerato dai cananei al quale venivano offerti dei bambini in sacrificio (la Bibbia dice “passati per il fuoco”). Sempre la Bibbia indica col nome ditofet il luogo dove avvenivano questi sacrifici. In particolare si trovano riferimenti a Moloch nel Levitico dove Dio comanda di mettere a morte coloro che gli offrono i figli in sacrificio (Levitico 20:2-5) sottolineando l’astio che ancora regnava tra il Creatore e il capo dei Vigilanti. Altre citazioni sono presenti nel Secondo Libro dei Re.

È a lui, sotto il nome di Milcom, che Salomone in vecchiaia, in una sua transitoria fase politeistica, avrebbe reso culto:1Re11,5

« Salomone seguì Astarte, divinità dei Sidoni, e Milcom, l’abominevole divinità degli Ammoniti »Nel medioevo, nei posti e nei periodi in cui l’antisemitismo era più forte, gli ebrei furono spesso accusati di rapire bambini cristiani per bruciarli vivi in rituali in qualche modo legati alla venerazione di Moloch.

1. I testi biblici. 
Il nome « Moloch » deriva, tramite la Vulgata, dalle traduzioni greche che trascrivevano così l’ebraico molèk.

 Questa parola viene ripetuta cinque volte nella Legge di Santità, che proibisce il sacrificio di un figlio a Moloch, Lev., XVIII, 21, e che punisce con la morte, Lev., XX, 2-5.
Ricompare in Ger., XXXII, 3579, e ne II Re, XXIII, 10:
 Giosia dichiarò immondo il Tofet nella valle di Ben-Innom, perché nessuno vi facesse passare ancora il proprio figlio o la propria figlia per il fuoco in onore di Moloch.
Lo stesso nome si deve leggere in Is., XXX, 33 al posto di mèlèk. Per contro nel I Re, XI, 7, secondo il contesto e le versioni, occorre modificare molèk in Milkom, il dio nazionale degli Ammoniti.
Il testo più esplicito, il II Re, XXIII, 10, consente di trovare dei riferimenti allo stesso culto nel II Re, XVI, 3; XVII, 31; XXI, 6; Ger., VII, 31; XIX, 5; Deut., XII, 31; XVIII, 10; Ez., XVI, 21; XX, 31; XXIII, 37 (figli e figlie bruciati in sacrificio), probabilmente in Ger., II, 23 (la valle è quella di Ben-Innom), Ger., III, 24 e Ps., CVI, 37-38 ( figli e figlie offerti agli idoli).
Secondo il Deut., XII, 31 e XVIII, 10, gli Israeliti devono fare attenzione ad un’unica usanza pagana; il II Re, XVII, 31 accusa di questa pratica i coloni di Sefarvaim insediati dagli Assiri nell’antico regno della Samaria; Is., XXX, 33 paragona a questo sacrificio il castigo che minaccia l’Assiria.
 Tutti gli altri testi testimoniano che il rito è stato realmente praticato dagli israeliti.
I più espliciti indicano come luogo di questo culto la valle di Ben- Innom, la Geenna, situata immediatamente a sud di Gerusalemme, in cui si trovava il tofet, « un bruciatore », 80 brevemente descritto in Is., XXX, 33.
Sembra proprio che questo culto non sia stato praticato altrove: anche gli unici due riferimenti storici, II Re, XVI, 3 e XXI, 6, ci conducono a Gerusalemme;
Ez., XXIII, 37-39 ammette che questi sacrifici erano offerti fuori dal santuario ma nelle sue vicinanze, e si capisce perché la Legge di Santità li condanni così duramente, Lev., XVIII, 21;

 XX, 2-5, poiché è opera dei preti di Gerusalemme i quali dal Tempio riuscivano a vedere salire il fumo del tofet.
Ben circoscritta dal punto di vista geografico, questa pratica è anche limitata nel tempo.
Né il sacrificio previsto per Isacco, né la morte dei figli di Chiel a Gerico ( se di sacrificio si tratta), né l’olocausto della figlia di Jephté o quello del figlio di Mesa sono, stando a ciò che si dice, dei sacrifici di questo genere.
Il primo bambino di cui abbiamo notizia che sia stato « fatto passare sul fuoco » è il figlio di Achaz, II Re, XVI, 3, il primo riferimento al tofet si trova in Is.,
XXX, 33, in un oracolo pronunciato in cui Sennachérib minacciava Gerusalemme.
 La riforma di Giosia portò all’abolizione di quel culto, II Re, XXIII, 10, ma esso rinacque, sembra con maggior vigore, dopo il fallimento della riforma: la Legge di Santità è stata compilata probabilmente tra la promulgazione del Deuteronomio e l’Esilio, il contenuto di Ger., VII, è ricondotto al regno di Joiaqim dalla maggior parte dei commentatori, le profezie di Ezechiele in cui tale culto viene menzionato riflettono la situazione religiosa in Giudea alla vigilia della rovina di Gerusalemme.
In seguito non si parla più dei sacrifici a Moloch.
Il giudizio della Bibbia nei confronti dei sacrifici è inequivocabile: essi sono sempre condannati, sia dal Deuteronomio o dal redattore deuteronomista dei Re, dai redattori sacerdotali del Levitico e dai Profeti. Sono condannati come contrari alla volontà del Signore, Ger., VII, 31 e paralleli, o come offerti agli idoli, Ger., II, 23; III, 24; XIX, 5;Ez., XVI, 20-21; XX, 31; Ps., CVI, 37-38, come emuli delle nazioni che Dio ha privato della Terra Santa, Deut., XII, 29-31; XVIII, 10; II Re, XVI, 3; XXI, 2 e 6.

La Bibbia dunque considera i sacrifici a Moloch come una pratica illegittima che ha imperversato a Gerusalemme dalla fine dell’ VIII°secolo all’inizio del VI°secolo, sotto l’influenza dei culti cananei.

               


La Geenna, da GE-HINNOM (valle dell’Hinnom)  è il luogo in cui i re di Giuda Acaz e Manasse avrebbero praticato il culto del dio Moloch, al quale, dopo essere stati sgozzati, venivano bruciati in olocausto i bambini. (2 Cronache 28,1-3; 33,1-6; Geremia 7,31-32; 32,35). Il re Giosia, un RE GIUSTO,  volle poi sopprimere sul suo territorio ogni tipo di devozione non diretta a JHWH. Per impedire che in futuro si continuassero pratiche simili, fece profanare il luogo in cui si praticava il culto idolatrico e ne fece più propriamente una discarica di immondizie e cadaveri a cui non veniva concessa la normale sepoltura, dove il tutto veniva bruciato da un fuoco continuo. Quanto dichiara la Bibbia a proposito della Geenna concorda in genere con l’idea tradizionale di fonte rabbinica e di altre fonti: la valle di Hinnom serviva come luogo adibito all’eliminazione dei rifiuti di Gerusalemme. Ad esempio in Matteo 5,30 gaénna ha il valore generico di “mucchio d’immondizie”.Nella Mishnà e il Talmud la valle sarà il luogo della distruzione dei malvagi nel giorno della risurrezione dei morti.
Naturalmente gli ebrei seguono solo il “Vecchio testamento” e non riconoscono il “Nuovo testamento” ossia i 4 “Vangeli”…
Ma una lettura dovrebbero darla, anche se parla di cose scomode per loro !!
Matteo 5,22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, SARA’ SOTTOPOSTO AL FUOCO DELLA GEENNA
Matteo 5,29 Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.
Matteo 10,28 E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna.
Matteo 23,15 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
Matteo 23,33 Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?
Giacomo 3,6 Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità, vive inserita nelle nostre membra e contamina tutto il corpo e incendia il corso della vita, traendo la sua fiamma dalla Geenna.
E con questo penso di aver detto tutto, naturalmente citando “Testi Sacri” non scritti da me !!
I rabbini, che si spacciano per grandi conoscitori della voce di Dio, farebbero bene a leggere anche questi testi, e non solo i bollettini delle Borse mondiali e le direttive scritte dalla Cia e gli USA, oltre ai piani militari della NATO !!