PENSIONE: chi, come, quando, dove e perché?

 c97ad-postofisso       95de0-378433_2495107911166_1656876870_2294693_420657_n

Le richieste della Comunità Europea di eliminare le pensioni baby in Grecia ed il dibattito sulla flessibilità in uscita in Italia e sui limiti di età della Fornero troppo alti, hanno fatto sorgere il desiderio di conoscere cosa succede negli altri paesi. Il dossier della Camera dei Deputati che sintetizza i principali requisiti contributivi e di età per la pensione scioglie parecchi nodi. I limiti di età più alti vedono l’Italia ai primi posti. Finalmente primeggiamo in qualcosa.

In Europa, almeno in 19 dei 28 paesi membri, esiste la moneta unica, ma non c’è ancora un sistema pensionistico unico. Esiste un sistema di Coordinamento delle varie politiche previdenziali, poi ci pensa la troika, quando è il caso, a dettare le regole da accettare a tambur battente.
Tuttavia l’impegno è quello di erogare pensioni adeguate e sostenibilità economica.La politica pensionistica della Comunità economica si basa sulla combinazione dei tre pilastri della sicurezza sociale (sicurezza sociale obbligatoria, regimi pensionistici integrativi e assicurazioni sulla vita) che dovrebbero offrire a ciascun cittadino la possibilità di mantenere, entro limiti ragionevoli, il proprio standard di vita dopo il pensionamento o nel caso di invalidità.
La Commissione ritiene che gli Stati membri debbano proseguire i loro sforzi nel contesto della strategia europea dell’occupazione, in modo da conseguire un corretto equilibrio tra la popolazione attiva e quella in pensione. Infatti, negli anni a venire, i tassi di attività dovranno crescere, soprattutto allungando la vita lavorativa attiva, per poter garantire il finanziamento delle pensioni in una società che invecchia.
Nell’ambito UE si tende a limitare il ricorso ai sistemi di prepensionamento e incoraggiare i lavoratori a prolungare la partecipazione al mercato del lavoro oltre la normale età di pensionamento. Questo cozza con uno dei cinque punti di Boeri che vuole reintrodurre un prepensionamento generalizzato dei 55 enni, facendoli fruire magari anche la pensione complementare eventualmente maturata.
Inoltre, per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche, la spesa pubblica per le pensioni dovrà essere mantenuta ad un livello (in percentuale del PIL) compatibile con il patto di stabilità e di crescita, così da alleggerire il carico sulle finanze pubbliche.
Modernizzazione dei sistemi pensionistici
I sistemi pensionistici non rispondono più correttamente alle esigenze di un numero sempre crescente di persone, considerando in particolare i nuovi modelli della famiglia, i ruoli delle donne e degli uomini all’interno della famiglia e del mercato del lavoro, ecc. Andrebbero modernizzati al fine di prendere in considerazione le trasformazioni della società e garantire che essi siano in grado di rispondere alle esigenze di una forza lavoro più mobile e flessibile. Vale a dire che le forme di occupazione atipiche non devono comportare un’eccessiva perdita di diritti pensionistici e che il lavoro autonomo non deve essere scoraggiato da pensioni troppo basse.
Ma qual è la situazione attuale in Europa? L’Ufficio Studi della Camera dei Deputati ha pubblicato il 20 luglio 2015 un Dossier che riporta i dati sui requisiti anagrafici e contributivi per accedere alla pensione di vecchiaia ed alla pensione anticipata. I dati sono contenuti nelle tabelle comparative del database Missoc (Mutual Information System on Social Protection), che è il sistema di informazione reciproca sulla protezione sociale nell’Unione europea che offre informazioni dettagliate, paragonabili e aggiornate sui sistemi previdenziali dei paesi europei. In particolare, il Missoc analizza i requisiti di 31 paesi (i 27 Stati membri dell’Unione europea, più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) e dei 12 settori principali della protezione sociale.
I dati sono aggiornati al 1° luglio 2014 (per l’Italia a luglio 2015). S iriportano in sintesi i dati generali di ciascun paesi. Analizzando i report risulta evidente che la prossima tappa comunitaria sarà un livello di età omogeneo per tutti a 70 anni.
Vediamo cosa succede nei principali paesi.
Austria Uomini: 65 anni – Donne: 60. Aumento progressivo del limite di età per le donne fino all’età pensionabile degli uomini (entro il periodo 2024-2033). Pensione anticipata: 62 anni per uomini e donne, con almeno 40 anni di assicurazione.
Belgio 65 anni (uomini e donne). Pensione anticipata: 61 anni (uomini e donne) dopo 39 anni di attività professionale (60 anni se si hanno 40 anni di attività professionale).
Danimarca Pensione sociale 65 anni. Pensione supplementare 65 anni. Non è possibile alcun pensionamento prima dei 65 anni se non per inabilità.
Francia Schema generale per i dipendenti (regime generale d’assurance vieillesse des travailleurs salariés, RGAVTS):
Se il periodo minimo di iscrizione è stato completato: 60 anni per le persone nate prima del 1 ° luglio 1951. L’età pensionabile aumenta di 5 mesi l’anno di nascita fino a raggiungere 62 per i nati nel 1955 o più tardi.
Se il periodo minimo di iscrizione non è stato completato: 65 per le persone nate prima del 1 ° luglio 1951. Aumento graduale per anno di nascita per arrivare a 67 anni per i nati nel 1955 o più tardi.
Pensione anticipata: tra i 56 ed i 60 anni di età, a seconda dell’anno di nascita, dell’età in inizio di attività, della durata di assicurazione e dei contributi.
Germania 67 anni (età pensionabile standard). La legge prevede che l’età pensionabile debba essere gradualmente aumentata a 67 anni nel periodo 2012-2029, a partire da coloro che sono nati nel 1947. Il primo aumento ammonta a un mese all’anno (65 a 66) e il seguente a due mesi l’anno (66 a 67). Per tutti coloro che sono nati dopo il 1963 l’età pensionabile si raggiunge a 67 anni.
E’ tuttavia possibile per gli assicurati andare in pensione a 65 anni senza riduzione in presenza di 45 anni di contributi obbligatori.
L’età pensionabile per le pensioni anticipate è adeguata alla nuova età pensionabile:
§ a partire dall’età di 67 con una trattenuta all’età di 63 anni dopo 35 anni di contributi.
Grecia 67 anni (con 15 anni di assicurazione).62 anni (con 40 anni di assicurazione).
Soggetti già assicurati alla data del 1° gennaio 1993:
Pensione completa:
Per uomini e donne, a partire dall’età di 60 anni e 9 mesi, se hanno completato 10.500 giorni di assicurazione (dei quali 7.500 devono essere stati spesi facendo un lavoro faticoso e malsano). Il limite di età aumenta di 6 mesi ogni anno fino all’età di 62 anni (che si è raggiunto nel 2014).
Pensione ridotta:
§ Da 62 anni per gli uomini e le donne con 15 anni di assicurazione o 4.500 giorni di assicurazione (di cui 100 giorni lavorati nel corso degli ultimi 5 anni),
§ Da 62 anni e 10.000 giornate di assicurazione per gli uomini e da 60 anni e 12.000 giornate di assicurazione per le donne, aumentando di 6 mesi ogni anno fino a raggiungere l’età di 62 nel 2017, di cui 100 all’anno nel corso degli ultimi 5 anni,
§ Da 60 anni e 9 mesi di età per gli uomini e le donne (in aumento di 6 mesi ogni anno fino a raggiungere l’età di 62 nel 2015), con 35 anni di lavoro o 10.500 giorni di assicurazione (di cui 7.500 giorni devono essere stati spesi facendo un lavoro faticoso e malsano).
Italia Lavoratori di sesso maschile del settore privato, lavoratori autonomi e para-subordinati: 66 anni e 3 mesi;
Dipendenti pubblici (uomini e donne): 66 anni e 3 mesi; Lavoratrici del settore privato: 63 anni e 9 mesi;
Lavoratrici autonome e para-subordinate: 64 anni e 9 mesi. 65 anni e 3 mesi per la concessione dell’assegno sociale .
Il pensionamento viene gradualmente aumentata secondo l’aumento della speranza di vita. A partire dal gennaio 2021, l’età pensionabile non può essere inferiore a 67 anni (69 anni 9 mesi entro il 2050).
Quando si va in pensione prima di 62 anni con 42 anni + 6 mesi per gli uomini e 41 anni + 6 mesi per le donne, è prevista una riduzione dell’importo, 1% di riduzione se due anni prima dell’età di 62 anni, mentre una riduzione del 2% si applica se il beneficio è stato sostenuto anche prima dei 2 anni antecedenti l’età di 62 anni.
Le persone assicurate prima del 1° gennaio 1996 con almeno 20 anni, possono andare in pensione all’età di 63 anni e 3 mesi a condizione che l’importo della pensione sia almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale (447,61 € nel 2014).
Lettonia 62 anni e 3 mesi.
L’età di pensionamento è gradualmente aumentata di 3 mesi all’anno fino a raggiungere i 65 anni nel 2025.
Fino al 31 dicembre 2013, uomini e donne con un periodo di assicurazione di non meno di 30 anni potevano richiedere il pensionamento anticipato 2 anni prima.
Paesi bassi 65 anni e 2 mesi nel 2014.
Dal 2013, l’età pensionabile è gradualmente aumentata fino a 66 anni nel 2019 e 67 anni nel 2023. A partire dal 2024, l’età pensionabile sarà legata alla speranza di vita.
Non esiste la pensione anticipata.
Polonia Donne: 60 anni, Uomini 65 anni. La pensione anticipata è riconosciuta alle persone nate prima del 1° gennaio 1949.
Portogallo 66 anni per uomini e donne nel biennio 2013-2014.
Dopo il 2014, l’età pensionabile varia a seconda l’aspettativa media di vita all’età di 65 anni.
La pensione anticipata (con importo ridotto) opera per i soggetti assicurati di età non inferiore a 55 anni, a condizione che abbiano 30 anni di contributi.
Regno Unito Pensione statale: Uomini: 65 anni, Donne: 60 anni (fino al 5 aprile 2010). Dal 6 aprile 2010 la richiamata pensione per le donne è gradualmente aumentata fino a raggiungere i 65 anni a novembre
2018. Da dicembre 2018 l’età pensionabile statale per uomini e donne inizierà ad aumentare fino a raggiungere l’età di 66 anni entro ottobre 2020. Non esiste la pensione anticipata.
Spagna 65 anni (con 35 anni e 6 mesi di contributi). 65 anni e 2 mesi (con meno di 35 anni e 6 mesi di contributi). 60 anni per i soggetti assicurati secondo il sistema abolito il 1 ° gennaio 1967.
Svezia Sistema di pensionamento flessibile da 61 a 67 anni con possibilità di restare al lavoro ulteriormente con il consenso del datore di lavoro. Non esiste la pensione anticipata.

d15ca-lavorare2bmeno2blavorare2btutti2b1