All’indomani della visita di Alexis Tsipras a Mosca, possiamo sgombrare qualche equivoco e cercare di capire cosa è successo, cosa non è successo, e di interpretare il significato di questo importante sviluppo.

Iniziamo con ciò che non è successo. Putin non ha revocato le sanzioni russe nei confronti della Grecia: “ la Russia e la Grecia hanno sempre mantenuto buone relazioni.” Ha detto il Presidente Russo “Ma le cose, in sostanza, sono andate così: la Grecia ha dovuto votare l’imposizione di sanzioni alla Russia, e le misure di ritorsione hanno certamente danneggiato la Grecia, ma non è colpa nostra. Non potevamo agire diversamente, non possiamo fare eccezione per nessun paese dell’Unione Europea.”. Putin ha aggiunto che la strada per la revoca delle sanzioni passa per il complessivo ritiro delle misure limitative degli scambi fra Unione Europea e Russia. Altra cosa largamente annunciata e non successa: la Russia non ha concesso prestiti diretti alla Grecia per far fronte alla propria situazione debitoria. Alla vigilia del vertice il ministro delle finanze Varoufakis aveva dichiarato: “Dobbiamo essere molto chiari: il nostro salvataggio deve essere concordato al’interno della famiglia europea. Questo governo non cerca una soluzione extra europea ad un problema europeo”. Da parte sua Putin ha detto che la Russia non intende utilizzare la crisi greca come grimaldello per scardinare l’Unione Europea: “A proposito della mitologia e dei cavalli di Troia e tutto l’armamentario: la considerazione sarebbe valida se fossi andato io ad Atene. Noi non costringiamo nessuno a fare nulla.”

Veniamo a ciò che è successo, che non è meno interessante. Putin e Tsipras hanno sottoscritto tre documenti: un piano d’azione congiunto 2015 – 2016, una dichiarazione congiunta sul settantesimo anniversario della vittoria ed un memorandum per la dichiarazione del 2016 quale “anno della Grecia” in Russia ed “anno delle Russia” in Grecia. Il piano d’azione congiunto e il progetto culturale, secondo gli annunci, prevedono la costruzione di infrastrutture comuni, in relazione alla quali la Russia potrà effettuare anticipi di pagamento sui ricavi a beneficio della Grecia. Inoltre la Russia ha annunciato di voler partecipare alle eventuali privatizzazioni greche. Riportiamo le dichiarazioni testuali del Presidente Putin:  “abbiamo discusso la cooperazione in vari settori economici, inclusa la possibilità di mettere in cantiere grandi progetti nel settore energetico. Questi progetti possono consentirci non solo di effettuare prestiti in relazione ai piani discussi, ma anche di instaurare rapporti creditizi nel più ampio contesto della realizzazione delle opere. Lasciatemi spiegare nel dettaglio. Se realizziamo una grande infrastruttura produciamo un utile per la Grecia, parte di questi utili dovrebbero essere usati per ripagare i prestiti che ho menzionato. In altre parole, ciò a cui pensiamo non è assistenza ma cooperazione, un cooperazione che include il settore finanziario, in relazione a grandi progetti specifici. Riguardo alla possibile partecipazione di compagnie russe alla privatizzazione di particolari infrastrutture o assetti della Grecia, lasciatemi dire che se il Governo Greco decidesse di mettere in cantiere privatizzazioni, siamo pronti a prendere parte alla procedura. Speriamo che se questo progetto andrà avanti, le compagnie russe potranno partecipare alle stesse condizioni degli altri offerenti. Non chiediamo nulla più di questo.” Questi discorsi alludono ovviamente alla partecipazione della Grecia al progetto Turkish Stream, il successore di South Stream, un gasdotto concepito per portare un volume di 63 milioni di metri cubi che porterà l’oro azzurro ai paese dell’Europa meridionale. dichiarato Tsipras: “I progetti di questo calibro creano possibilità per rafforzare la stabilità e la sicurezza della regione nel suo insieme. Crediamo che ciò serva anche a migliorare i nostri rapporti con la Turchia, pertanto siamo aperti all’analisi delle possibilità per finanziare il progetto, nel rispetto però del framework istituzionale derivante dalla nostra appartenenza all’UE e della legge greca”. Quanto alle infrastrutture da privatizzare, i tecnici pensano alla possibilità che una società russa possa acquistare quote di un porto greco. Ha Meno importanti sotto il profilo economico, ma carichi di valore simbolico, l’omaggio di Tsipras ai caduti sovietici nella seconda guerra mondiale, i programmi di scambi culturali e linguistici e lo scambio di doni cerimoniali (Putin avrebbe regalato a Tsipras una icona trafugata dai tedeschi durante la loro occupazione della Grecia e finita ad un collezionista privato, da cui i russi l’hanno acquistata).

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