Aleppo: situazione al 8 Agosto:

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Sintesi:
– L’assedio non è stato ‘spezzato’ ma la situazione era fluida per quasi tutto il 7 agosto, i “ribelli” di ogni lato si erano congiunti, ma sotto costante bombardamento, non possono avvantaggiarsene.
– L’assalto dei ‘ribelli’ è un prevedibile atto di disperazione.
– Le forze ‘ribelli’ hanno registrato un tasso di perdite del 30-50%
– L’avanzata ‘ribelle’ della sera del 6 agosto è stata sostanzialmente respinta.
– Il ‘ponte liberato’ dall’EAS (vedi mappa) rimane nelle sue mani
– L’Accademia militare è stata ripresa la sera del 6, con l’intervento della Liwa al-Nimr.
– Le Forze speciali di Hezbollah sono presenti.
– I “ribelli” hanno esaurito i mezzi pesanti e sono rimasti con veicoli leggeri
– Le sortite dei bombardieri russi colpiscono strategicamente i centri dei raggruppamenti “ribelli”, attirati con ritirate tattiche. Video ()
– Le perdite dell’EAS ed alleati sono state minime (con ritirate tattiche).
– L’EAS ha inviato con successo i rinforzi
– Le mappe sono fuorvianti sul controllo dell’EAS su Aleppo, che altrimenti apparirebbe come una possibile sacca, ma solo l’EAS possiede una forza aerea.
Curiosità:
– Il gruppo che ha decapitato il ragazzo è stato identificato nella battaglia (ancora vivi per ora).
– Le apparecchiature radar usate ad Aleppo dai ‘ribelli’ rinvenutevi, sono del tipo usato dalla Turchia.

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Testo completo:
Il fatto più importante dei combattimenti di oggi è che i rapporti sui raggruppamenti “ribelli”, in primo luogo Jaysh al-Islam ed ‘ELS’, che avrebbero rotto l’assedio, sono falsi. Mentre gli eserciti ‘ribelli’ si sono connessi a sud-ovest di Aleppo, il bombardamento dell’EAS e le sortite dalle forze aeree alleate sono così intensi da rendere tale passaggio inutilizzabile. Oltre a ciò, il quadro essenziale del 7 agosto è difficile da accertare, data la situazione abbastanza fluida; le indicazioni dal fronte, direttamente da fonti sul campo o dai social media, sono scarse. Dai nostri contatti nelle vicinanze, rispetto natura e tipo di propaganda dei taqfiri, dalla modalità prevedibile e togliendo incongruenze alle verità, un quadro più chiaro cominciava ad apparire ore dopo il tramonto del 7. Da ciò si può scrivere con cautela che i rapporti sull’assedio spezzato sembrano intenzionalmente fuorvianti, prematuri o fraintesi. È successo che alcuni gruppi avevano preso con successo alcune posizioni che sarebbero state effettivamente necessarie per le manovre combinate per spezzare l’assedio. I video lo ribadiscono. Non erano i gruppi assediati, ma gli assaltanti ad avvicinarsi lungo le autostrade M62, M60 e M5. Il piano ‘ribelle’ prevedeva che la forza all’interno, che una volta era di 20000 elementi, doveva aprire la strada al nucleo della forza esterna, inizialmente di 20000 unità raccoltesi a sud di Aleppo, da cui attaccare. Il gruppo dei ‘ribelli’ assediati tentava di occupare il quartiere Suqari a sud di Aleppo, mentre la forza ‘ribelle’ esterna tentava di spingersi a Rashadin, Hiqmah e Mushrafah, lungo la sottostante autostrada M5. Ciò è visibile sulla mappa, e tra questi punti vi è la centrale elettrica, oggetto di molti articoli sugli scontri del 7 agosto. Conoscendo le posizioni della forza esterna, i comandanti dell’EAS avevano un significativo vantaggio strategico sul controllo di una situazione altrimenti molto fluida, il 6 e 7 agosto. Ma i video del 7 agosto raffiguranti i membri della forza assediata unirsi a presunti membri della forza esterna, durante i combattimenti, sono solo vaghe pretese prive di base. La breccia non era utilizzabile per i rifornimenti, né come via di fuga della forza assediata. Il fatto più importante che chiarisce il senso di tali rapporti, è che tale sortita è stata tentata dagli assediati di Jaysh al-Islam e coorti, una forza che va esaurendo le scorte. Il momento non era opportuno, ma si trattava di un assalto de ‘la va o la spacca’. Da solo, ciò dava un vantaggio significativo all’EAS e agli alleati ben riforniti e alle forze aeree russe. Il consumo delle munizioni veniva ridotto al minimo fino a cinque giorni prima, quando le prime fasi della strategia per la sortita furono attuate. Va notato che i comandanti sul campo dell’EAS ed alleati, avevano capito che andavano conservate per l’eventuale assalto. La tempistica prevedibile della sortita, di conseguenza, è stato anche di enorme vantaggio per l’EAS e gli alleati. Gli ultimi due giorni hanno visto la terza e la quarta fase del tentativo dei ‘ribelli’ di rompere l’assedio. I ribelli compirono apparentemente delle avanzate, che si rivelavano essere altro (vi furono trascinati). L’EAS riceveva rinforzi per manovrare su tali salienti. Sembra che l’EAS abbia compiuto una ritirata tattica il 6, permettendo di far disporre le forze del Jaysh al-Islam sulle posizioni volute. Quindi, la forza aerea russa ha compiuto una serie di sortite devastanti sui “ribelli”. Diverse ore dopo il nostro ultimo rapporto, all’alba, il quadro iniziale si profilava, come previsto dal filo-iraniano ‘Islamic World News’. La mappa qui, variante della mappa precedente, mostra le aree contestate in gialle; la direzione dell’assalto dei ‘ribelli’ dovrebbe essere chiara:

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Secondo una fonte militare della TV panaraba al-Mayadin, il 7 mattina l’Esercito arabo siriano aveva riconquistato le posizioni che i terroristi avevano preso nell’assalto del 6, a sud di Aleppo. Queste fonti chiariscono anche che l’obiettivo dei terroristi è aprire una via da al-Ramusyah, nel sud-ovest di Aleppo, alle zone assediate ad Aleppo orientale. Il mese scorso, l’Esercito arabo siriano intensificò i combattimenti contro i terroristi ad Aleppo, tagliando la loro ultima via di rifornimento verso la parte orientale della città, nel tentativo di costringerli alla resa. Le battaglie infuriavano mentre molti gruppi ribelli ad Aleppo scatenavano attacchi ripetuti per rompere l’assedio. Tali attacchi avvenivano ad ondate di attentati suicidi, fallendo. Una cosa è chiara, l’EAS è stata attenta a non riferire della situazione con precisione, per motivi di sicurezza operativa: è importante non dare informazioni cruciali sulla chiusura di eventuali brecce, evolversi di salienti insostenibili o assalti falliti agli altri raggruppamenti “ribelli” esclusi da informazioni affidabili. Il tipo di informazioni necessario per la dialettica sul campo di battaglia non è disponibile in questo momento.

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Un’immagine dei ‘ribelli’ del Jaysh al-Islam Aleppo li mostra in uniforme e con equipaggiamenti occidentali e sauditi.
La dichiarazione di propaganda semi-ufficiale del Muqawamist sugli eventi del 7 agosto: “In onore della fermezza dell’Esercito arabo siriano e di Hezbollah. Migliaia di barbari” jihadisti “hanno attaccato le posizioni dei nostri uomini nel sud-ovest di Aleppo, scatenando vili ondate di autobombe suicide da ieri sera. L’offensiva terrorista è in corso mentre orde di teppisti dei numerosi gruppi di al-Qaida tentano disperatamente di riaprire le vie linee di rifornimento spezzate, ma le forze della nostra Resistenza continuano a respingere l’assalto. Taqfiri e loro fanboy dell’opposizione “siriana” che tifano per la “vittoria” ad Halab, devono prendere e seppellire i loro deliri. Qualunque posto i terroristi occupino, lo fanno solo temporaneamente. Aleppo non è loro, e non lo sarà mai”.

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Vanessa Beely di 21stCenturyWire indica 10 fatti importanti per coloro non del tutto familiari della storia finora, facendo capire il senso della battaglia di Aleppo.
“Di seguito dieci fatti su Aleppo che vanno accettati da qualsiasi osservatore informato e razionale indipendentemente dalle opinioni politiche sulla Siria.
1) Aleppo Orientale è stata invasa da un’alleanza terroristica eterodiretta guidata da al-Qaida nel 2012. Al momento, circa 600000 abitanti fuggirono da Aleppo orientale cercando riparo ad Aleppo occidentale dove il governo siriano ha il controllo.
2) Le stime sui civili rimasti ad Aleppo orientale variano ampiamente, ma quelle ufficiali parlano di 100-150 mila. Quelle delle Nazioni Unite, 300000, sono quasi certamente gonfiate e politicamente motivate.
3) L’85% dei combattenti ad Aleppo orientale appartiene a Jabhat al-Nusra, l’affiliato ufficiale di al-Qaida in Siria, che ha appena cambiato nome con un nuovo logo. Gli altri combattenti appartengono a ventidue (ci sono spaccature costanti, fusioni e riunioni tra questi) gruppi terroristici che condividono stessi ideologia jihadistia, metodi ed obiettivi di al-Qaida.
4) La stragrande maggioranza dei combattenti siriani ad Aleppo orientale non è di Aleppo, smentendo l’idea che una qualche parte della città si sia sollevata contro il governo.
5) I gruppi terroristici in Aleppo comprendono numerosi combattenti stranieri da ottantuno Paesi con contingenti significativi provenienti da Turchia, Stati arabi del Golfo, Nord Africa, Cecenia e Caucaso settentrionale della Russia.
6) I gruppi armati ad Aleppo orientale sparano deliberatamente sui civili di Aleppo occidentale. Ciò ha portato a proteste rabbiose contro il governo siriano chiedendo la fine dei bombardamenti e l’estirpazione completa della presenza terroristica ad Aleppo orientale.
7) La settimana scorsa Aleppo orientale è stata finalmente completamente circondata dall’Esercito arabo siriano, tagliando i rifornimenti ai gruppi terroristici dalla Turchia.
8) Il governo siriano ha offerto ai terroristi siriani ad Aleppo orientale l’amnistia in cambio della consegna delle armi e della resa.
9) L’Esercito arabo siriano ha anche stabilito tre corridoi umanitari per i civili che fuggono da Aleppo orientale. Il governo siriano aveva preparato 10000 unità abitative ad Aleppo occidentale per i civili in fuga, in previsione della battaglia finale. Mentre decine di famiglie andavano via i gruppi armati gliel’hanno immediatamente impedito, facendo pensare che intendano usarli come scudi umani quando e se l’Esercito arabo siriano avviasse l’avanzata definitiva nella parte orientale della città.
10) Dopo aver completato l’accerchiamento di Aleppo orientale, una missione congiunta dell’EAS e dell’Aeronautica russa dalla base aerea di Humaymim, avvivava un massiccio ponte aereo umanitario per Aleppo orientale. Il tragico abbattimento dell’elicottero russo di questa settimana rientrava nella missione umanitaria”.