I media più veloci delle bombe, quando lo vuole Obama.

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Dalle prime notizie diffuse “in contemporanea” dai media, italiani ed occidentali, risulterebbe che…

Secondo l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria​ nei raid “siriani” sulla provincia di Homs sarebbero morti almeno 27 civili, tra i quali 6 bambini della stessa famiglia. 

Evidentemente, mentre avvenivano i bombardamenti, questi “coraggiosi” osservatori, si aggiravano per le strade a contare i cadaveri, incuranti del pericolo, per poterci informare “in diretta mondiale” sullo svolgimento della guerra “minuto per minuto”

(scusa Ameri, ha fischiato in quest’istante l’arbitro, per la fine del primo tempo…)!! 

“La Russia non ha fatto in tempo ad implementare l’operazione per contrastare ISIS, che, come è stato detto più volte, avviene su richiesta di Damasco,

Sergey Lavrov non ha avuto tempo di pronunciare le prime parole al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che i media occidentali hanno iniziato a bombardarCI di notizie relative alle vittime civili, a seguito dei raid russi, e a sostenere che l’operazione è diretta contro le forze democratiche del Paese”, 

— ha detto la portavoce del dicastero della diplomazia russa.

“Si tratta di un attacco mediatico, di una guerra d’informazione che abbiamo sentito tante volte,” — ha chiarito la Zakharova.

Il presidente russo: “L’informazione sulle morti tra la popolazione civile in Siria è apparsa ancora prima che si alzassero in cielo gli aerei russi”.

Putin ha definito come “attacco mediatico” le notizie diffuse da alcuni media occidentali relative alle possibili vittime civili a seguito dei raid aerei russi.

“Altri Paesi da più di 1 anno bombardano il territorio siriano

ha ricordato il capo di Stato russo in una riunione del Consiglio sui diritti umani.

Ha sottolineato come queste operazioni siano state effettuate “senza alcuna risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e senza una richiesta formale delle autorità siriane”.

“Abbiamo questa richiesta ed abbiamo intenzione di lottare contro le organizzazioni terroristiche”,

ha affermato convinto il presidente russo.

Intanto, nel silenzio mediatico…

Massacro di civili nel Kurdistan del nord – Turchia

Le forze di sicurezza turche bombardano e attaccano con armi pesanti e cecchini posizionati sugli edifici la popolazione di diverse città kurde. Coprifuoco nella municipalità di Sur, della città di Diyarbakir, Feriti 5 bambini uno grave.

Da ieri sera continuano pesanti attacchi a diversi quartieri della città di Diyarbakir, quartieri in cui il popolo ha dichiarato l’autogoverno e sta praticando l’autodifesa per impedire l’ingresso della polizia e delle forze speciali dell’esercito turco che dal mese di luglio hanno massacrato più di 100 civili in diverse città del kurdistan attaccate con armi pesanti e cecchini appostati sugli edifici.

Simbolo di questa resistenza popolare e della guerra dichiarata al popolo da Erdogan, dopo la sconfitta subita alle elezioni del 7 giugno, è la città di Cizre in provincia di Sirnak in cui le vittime del coprifuoco durato 9 giorni sono state 21 civili di cui la maggior parte bambini colpiti nelle loro case dai cecchini e morti dissanguati perchè le forze speciali hanno impedito di trasportarli in ospedale e hanno sparato a chi cercava di farlo.

A Bismil in provincia di Diyarbakir a seguito di manifestazioni di protesta contro i massacri in corsoè stato dichiarato il coprifuoco e le forze di sicurezza turche hanno sparato contro i civili. Cecchini appostati sugli edifici più alti hanno sparato alla gente per strada e stamattina un ragazzo di 22 anni ferito mentre era seduto davanti a casa sua è morto. Un abitazione nel quartiere Avasin è stata bombardata uccidendo una bambina di 8 anni Elif Simsek e ferendo Pelda Simsek, Avasin Simsek, Bedia Simsek, Ahmet Simsek e Mehmet Simsek.

Ieri la polizia aveva attaccato i quartieri di Fatih e Hasirli a Diyarbakir.

Cecchini si sono posizionati sui tetti intorno ai quartieri e stamattina hanno iniziato a sparare con proiettili veri contro la popolazione, che ha iniziato una “protesta del rumore”utilizzando qualunque mezzo a disposizione per far sentire la propria voce all’esterno dei quartieri sotto assedio.

Nel quartiere di Hancepek la polizia ha ferito 5 bambini:
Ali Kaya 8 anni, Songul Kaya 14 anni, Sehmus Sevintek 15 anni, Ayse 13 anni e un bambino di 8 anni di cui non si è ancora appreso il nome. Ali Kaya è stato ferito gravemente.

Stamattina le forze speciali hanno circondato il quartiere di Sur, vietato l’ingresso e l’uscita e rappresentanti del DBP (Partito Democratico delle Regioni) stanno cercando di entrare del quartiere.

Anche la città di Lice in provincia di Diyarbakir è sotto attacco, l’esercito sta bombardando le montagne intorno alla città e impedisce l’ingresso alla città che è stata isolata bloccando l’accesso a internet e telefoni. Una delegazione del DBP e dell’HDP sta cercando di raggiungere anche Lice.

Ma di questo nessuno parla, come dello sterminio dei Palestinesi, del fascismo in Ucraina, degli studenti “scomparsi” in Messico…

la lista sarebbe troppo lunga e non vorrei annoiarvi !!